Le Cronache di Zquarto

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    Andrea M.

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    Le Cronache di Zquarto



    - VIA DI QUI OMINI, PRIMA KE VI PRENDA A CALCI DOVE NON ZBATTE IL ZOLE! - gridò il muso duro, agitando il pungo, alla banda in fuga. - Kome zono andato kapo? - disse poi al grosso orco alle sue spalle che rispondeva al nome di Zquarto.
    - Ztai migliorando. Kontinua Kozi!
    Zquarto si guardò attorno, i suoi ragazzi si erano comportati bene e stranamente non si erano azzuffati. Troppo.
    - Kapo c'è qualkoza laggiù - esclamò un orco indicando le rovine di un piccolo edificio. L'insegna sbilenca raffigurava arco e faretra. Zquarto sfoderò un sorriso a 9 denti, molti li aveva persi durante le scazzottate, e si incamminò seguito dai suoi. - Tu - abbaiò indicando un goblin, - entra - ordinò.
    Il goblin, che arrivava a malapena al ginocchio del grosso orco, non osò nemmeno alzare gli occhi e spalancò la porta. - Vai a vedere koza c'è, zu zu.
    Dopo un paio di minuti il goblin tornò, aveva con se tre splendide balestre. Il sorriso di Zquarto non era mai stato così largo.

    *

    Il buon umore serpeggiava tra i pelleverde mentre attraversavano le strette vie della città dannata.
    - Kapo omi-morti zono ztati deboli!! - esclamò Quello Nuovo sorridendo.
    - Zi novellino ma hai vizto ke zventole le donne zemi-morte? - rispose Zauro sorridendo
    - Mai quanto femmine nostre - urlò il gigantesco ogre che da poco si era unito ai Zquartozi
    Zquarto avanzava in testa, silenzioso come sempre, quando ad un tratto avvertì un odore familiare nell'aria... - Omi zono qui. Preparatevi pezzi di zterco!

    Era sera. La banda festeggiava la vittoria riunita intorno al fuoco, mangiando del coniglio e bevendo della birra....tutti tranne il Capo.
    Zquarto si trovava sull'edificio più alto della piazza osservando con entusiasmo le luci in lontananza e le figure che si muovevano con destrezza e agilità. - Ah...adoro il cirko! Zempre bello! - sospirò.

    *

    - Zei libero - disse Zquarto al grosso bruto che aveva catturato. Il Capo-circo, che se ne stava in fondo alla via insieme al resto dei suoi uomini, continuava ad osservare la scena incuriosito. - Grazie per lo zpettacolo, zempre bello cirko e voi zempre bravizzimi! Io adoro il cirko!! - urlò a squarciagola il grande capo agitando la mano verso i "nemici". Il Capo-circo si avvicinò a passo malfermo verso Zquarto e senza proferir parola mise 5co nelle mani callose dell'orco.
    - Zu banda ringraziate Omo del cirko!
    - Grazie Omo del cirko - risposero in coro i suoi ragazzi.

    3 giorni dopo in una taverna:
    - Hai sentito di quell'orco? Nessuna banda è riuscita a spuntarla con lui e i suoi scagnozzi.
    - Dicono che siano tiratori esperti, qualcuno afferma migliori dei tileani!
    - Nessuno è meglio di noi! possiamo colpire una corona d'oro a 150 passi. Smettetela di dire stronzate!
    - 150? quell'orco ha ucciso due uomini a 270 passi con una balestra...me lo ha detto mio cugino!
    - Si dice che abbia una spada magica con un rubino incastonato!
    - E un Ogre al suo fianco come guardia personale!
    - Io ho sentito dire che in molti lo chiamano l'invitto!
    La grossa figura incappucciata si alzò dal tavolo scolandosi l'ultimo boccale di birra. Nessuno fece caso alle due zanne e al sorriso stampato sul quel faccione verde mentre lui usciva...

    *

    In una calda notte, tra le strade di Mordheim...

    - Kome zono venuti Kapo? - chiese Quello Nuovo.
    - Non male! Zono krokkanti al punto giuzto! - rispose Zquarto rosicchiando la carne dall'osso.
    - I tappi zono zempre ottimi allo zpiedo, ve lo dicevo io! - affermò Zauro sorridendo.
    - In più pezzi verdi in più per noi! - esclamò l'ogre divertito.
    - Zu prendi pure te - disse Zquarto porgendo un pezzo di carne all'uomo che li seguiva dall'inizio. Lo sbandato annuì e in rigoroso silenzio si sforzò di mangiarlo....non era nemmeno cosi male!

    *

    - Dove andate kaprete belle? Tornate qui ho voglia di pekora!! Ah, maledetti codardi....peggio di omini-topo... - Zquarto ripose la balestra e si riavvicinò al gruppo. - Zempre piu debole il kaos, bah voi tutto bene? -
    - Li cè un gobbo morto Kapo -
    - Mettilo sullo zpiedo vah -
    - Kapo ma omo ancora ci zegue? - disse Zauro indicando lo sbandato (4a partita di fila che mi riesce, ormai fa parte della banda xD)
    - Ma zi, lascialo fare -
    - Ehi Kapo ho sentito che qui nelle vicinanze cè un troll, lo uccidiamo? dicono che Grom il Pancione ne mangiò uno e non ebbe più fame, gnam!
    - Brutto idiota se cè un troll, datemi il gobbo ztekkito che ci penzo io! - Il sorriso di Zquarto fece rabbrividire l'intera banda....

    Alla Taverna del Ratto Fumante:
    - Anche le bestie sono state sconfitte da quell'orco...
    - Nessuno sembra riuscire ad opporsi alla sua avanzata...
    - Ma qualcuno sa cosa ci fa qui?
    Solo un lungo silenzio seguì la domanda e almeno per un istante tutti i presenti rabbrividirono al pensiero degli Zquartozi....

    *

    - Zfuggono! Zfuggono tutti! - commentò Zquarto osservando i temerari uomini dell'Averland darsela a gambe tra le strette vie della città dannata. Persino lo sbandato se ne era andato, lasciando cadere 2 corone che aveva probabilmente trafugato dalle riserve dell'orco.
    - Kapo qui noioso...Io mi rompo - esclamò l'Ogre togliendosi una freccia dal braccio.
    I ragazzi avevano acceso il fuoco. Quella sera si mangiava carne puzzolente di omini-topo e qualche coscio di omini-bestia, un pasto magro...per una magra giornata di combattimento.
    Zquarto osservava rapito le fiamme, conscio del fatto che la sua fama si era diffusa rapidamente tra le bande di Mordheim, ma gli mancava qualcosa....e prima della fine avrebbe scoperto cosa...

    *

    Un sole rosso illuminava quella mattina la città dannata.
    Quel manipolo di nani aveva opposto una strenua resistenza, seppur infine erano scappati terrorizzati, e ora Zquarto osservava il compagno caduto sotto la pioggia di dardi, mentre alle sue spalle i goblin stavano cucinando la carcassa dell'ogre.
    - Preoccupato tu non ezzere giovane orko.
    Era la prima volta che lo sciamano della banda parlava e Zquarto rimase turbato. - Rikorda; Fare o non fare, non c'è provare... - e detto ciò si incamminò verso il fuoco lasciando il grande orco a osservare il disco rosso che saliva alto nel cielo.

    *

    I suoi ragazzi erano rimasti indietro, toccava solo a lui, Zquarto, terminare il viaggio che aveva intrapreso....

    In quella notte senza stelle la grande cattedrale appariva ancor più spaventosa. Le alte guglie e i pinnacoli in rovina rassomigliavano a lunghe dita scheletriche che spuntavano dal terreno. Intorno a quel lugubre edificio la terra stessa era morta da anni, gli alberi non erano che un raccapricciante contorcersi di legno secco e nessun animale osava avvicinarsi tanto.
    Solo un gigantesco orco, con una sacca in spalla che risplendeva di un verde acceso, si avvicinava cautamente balestra in pugno.
    Si fermò proprio davanti alle monumentali porte di granito e prima che potesse anche solo pensare di aprirle esse si spalancarono con un boato.

    Da diversi minuti Zquarto proseguiva tra le tenebrose sale della cattedrale, i suoi passi riecheggiavano per tutta la struttura fino a quando, al terzo piano, una fioca luce attirò il suo sguardo; proveniva dalla stanza in fondo al corridoio e dalla porta semichiusa filtrava quel debole chiarore.
    Zquarto si avvicinò e alzando il grosso pugno batté due volte -Zi può? - domandò sottovoce.
    - Avanti, ti stavo aspettando.
    L'orco si ritrovò in quello che sembrava a tutti gli effetti uno studio. Un candelabro illuminava la stanza e, dietro una pesante scrivania di marmo, sedeva un individuo alto e incappucciato, portava una maschera d'oro che copriva interamente il viso.
    - Tu zei...
    - Si. Colui che tutto vede e tutto sa. Colui che mai morirà. Colui che sempre ti seguirà. Il signore della città. L'ultimo e unico.
    Zquarto poggiò la pesante sacca sul tavolo. - Ho mazzacrato dozzine di beztie, omini, tappi e altro, quezto è ciò che ho trovato. Zo che tu ami pietre verdi e io voglio qualcoza in cambio.
    La mano guantata afferrò un frammento di malapietra studiandola attentamente. - Mi hai sorpreso giovane orco, so cosa vuoi e come Signore della città Dannata è mio dovere premiare un cosi egregio operato. L'individuo si alzò, la mano si mosse velocemente dentro una delle tasche della veste e, inclinando leggermente la testa, mostrò all'orco la cosa che aveva sempre desiderato...

    Nessuno rivide più l'orco, ma la sua fama continuò a correre lungo le vie della città. Nelle notti più fredde, intorno al fuoco, alcuni avventurieri narrano le gesta di Zquarto e della sua temibile banda pregando gli dei di non incontrarli mai sul loro cammino.

    Fine.

    Edited by Deviot - 3/6/2017, 10:28
     
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